Egregi signori Consiglieri di Stato,
allo scopo di trovare qualche soluzione all’espansione del lupo, la nostra Associazione, sin dalla sua fondazione nel 2014, ha sempre cercato la collaborazione con le autorità cantonali. Abbiamo interpellato a più riprese i funzionari competenti (Ufficio caccia e pesca del DT e Sezione agricoltura del DFE) e abbiamo partecipato alle riunioni concordate cercando di evitare di scomodare il Consiglio di Stato o i direttori dei rispettivi Dipartimenti.
Se ora ci rivolgiamo al vostro lodevole Consiglio è perché la situazione sul terreno sta diventando insostenibile, ma anche perché, purtroppo, le nostre sollecitazioni e le nostre proposte non hanno ottenuto l’attenzione auspicata.

Ancora negli scorsi mesi ci siamo incontrati con funzionari dei vostri rispettivi dipartimenti. Ricordiamo in particolare:

  • L’incontro del 22 dicembre 2021 con i funzionari del DFE e della Sezione agricoltura (signori Rizzi, Ferrari e Valsangiacomo);
  • L’incontro del 16 marzo 2022 con i funzionari dell’Ufficio Caccia e Pesca (signori Putelli e Cozzi);
  • La riunione a Malvaglia del 7 marzo 2022 organizzata dalla Società agricola bleniese presenti anche le autorità comunali di quel distretto e funzionari di entrambi i dipartimenti (DT e DFE).

In queste occasioni abbiamo richiesto in forma verbale e scritta:

  • Un aggiornamento sull’evoluzione dell’allevamento ovicaprino in Ticino relativo alle aziende agricole di base e degli alpeggi in modo da verificare in modo oggettivo se è in atto una forte diminuzione, come a noi risulta. Richiesta condivisa dai funzionari presenti. A distanza di tre mesi abbiamo ricevuto unicamente una semplice statistica degli alpeggi caricati e degli animali alpeggiati nell’ultimo decennio.
  • Un miglioramento dell’informazione nel caso di predazioni o avvistamento di lupi sia nei confronti delle autorità comunali sia nei confronti degli allevatori e delle organizzazioni che li rappresentano. Il sig. Putelli ha riconosciuto che in passato la comunicazione è stata carente e ha promesso un miglioramento. Constatiamo che il municipio di Campo Vallemaggia, nonostante la presenza di più lupi sul proprio territorio a partire dal mese di gennaio, non è mai stato informato (vedasi lettera del 30.03.2022 al direttore del DT on. Claudio Zali). D’altra parte una informazione ufficiale riguardo al numero di lupi presenti in Ticino (stanziali, di passaggio) non si può trovare da nessuna parte, né sul sito dell’Ufficio Caccia e Pesca né sui rapporti annuali dello stesso servizio, poiché l’ultimo risale ormai al 2019 (con i dati di fine 2018).
  • Riunioni informative regionali con gli allevatori dove la situazione è più grave, in modo che l’autorità cantonale possa illustrare le decisioni adottate per evitare che la diminuzione delle aziende agricole e degli alpeggi caricati sia almeno rallentata.
  • Un allargamento delle indennità per danni collaterali. A seguito di una raccomandazione del Gran Consiglio del 2010, negli scorsi anni erano stati elargiti dei contributi per lo scarico anticipato di un alpe mentre per la stabulazione forzata, citata nella risoluzione del Consiglio di Stato del 27 giugno 2017, in passato non è stato dato nessun aiuto nonostante si sapesse che diversi allevatori hanno dovuto tenere e foraggiare in stalla i propri animali a causa della presenza del lupo, oltre il termine usuale (Val Verzasca nella primavera 2020, vedi nostra richiesta del 20.10.2020; Val di Blenio autunno 2021). Da parte nostra abbiamo suggerito di predisporre di un regolamento per definire tutti i parametri inerenti gli aiuti in caso di stabulazione forzata e scarico anticipato degli alpeggi. Proposta che finora non ha ottenuto la necessaria attenzione.

Nel frattempo la situazione a livello cantonale si è però ulteriormente aggravata: presenza ricorrente e persistente di lupi nell’Alta Valle di Blenio dal mese di dicembre con predazioni di selvaggina e avvistamenti ripetuti anche in vicinanza degli abitati; presenza di lupi in Valle Rovana, pure ricorrente da almeno il mese di gennaio, con avvistamenti (confermati dai guardiacaccia) e in questi giorni anche una predazione di bestiame minuto all’interno di una recinzione vicino a un abitato da parte di ben tre esemplari; presenza di lupi con predazioni e avvicinamento agli abitati in Valle Mesolcina da dove non è difficile raggiungere il nostro cantone. La netta percezione è che i lupi nelle regioni menzionate stiano effettivamente diventando stanziali e che sia in atto la formazione di branchi stabili nei boschi non lontano dagli abitati. Ciò che comporterebbe delle ulteriori problematiche legate al turismo escursionistico nonché di ordine pubblico.

In questi mesi invernali in Ticino gli attacchi ad animali da reddito sono stati pochi, poiché questi sono tenuti rinchiusi in stalla oppure in recinti a prova di lupo. Il momento di lasciar uscire al pascolo primaverile gli animali è però imminente. La situazione nelle zone menzionate è molto preoccupante e necessita di una risposta urgente da parte del Cantone. Inoltre non è nemmeno escluso che questi lupi o altri possano spostarsi in altre regioni.

La domanda centrale in questo momento per quanto riguarda l’allevamento è quindi la seguente:
Che cosa intende comunicare l’autorità cantonale agli allevatori che si troveranno nelle prossime settimane nella condizione di non poter lasciare uscire i loro animali al pascolo e che azioni intende mettere in atto?

  • Smettere con l’attività della pastorizia praticata da secoli e affrontare una nuova attività al di fuori del settore primario?
  • Inoltrare a Berna una richiesta di abbattimento dei lupi che si avvicinano agli abitati e che entrano nei recinti?
  • Adottare delle misure di protezione quando già si sa che in molti casi sono inapplicabili, insufficienti o finanziariamente insostenibili?
  • Mandare gli animali allo sbaraglio sperando che la fortuna li assista?
  • Sostenere finanziariamente gli allevatori per affrontare una stabulazione forzata sperando che nel frattempo i lupi si spostino in altre zone dove non vi sono animali domestici al pascolo?

Da parte nostra ribadiamo le nostre richieste:

  1. La necessità di una maggior conoscenza del problema. Quanti, quali e dove sono i lupi che si possono considerare stanziali? Com’è evoluta la situazione dell’allevamento ovicaprino in Ticino (aziende di base e alpeggi) nell’ultimo decennio ed è possibile ipotizzarne le cause?
  2. La necessità di una maggior informazione nei confronti delle autorità comunali e degli allevatori. Sollecitiamo a breve (entro metà aprile) l’organizzazione di due serate informative con gli allevatori delle rispettive regioni: una in Valle di Blenio e una in Vallemaggia.
  3. Sollecitiamo l’elaborazione a breve di un regolamento urgente per poter elargire degli aiuti in caso di stabulazione forzata o impossibilità/ritardo nell’estivazione degli animali all’alpeggio o nelle stazioni intermedie.
  4. Chiediamo di verificare seriamente l’eventualità di una richiesta urgente di regolazione preventiva dei lupi nelle zone sopracitate. Siamo coscienti che la legislazione inerente i grandi predatori sia di competenza della Confederazione. Tuttavia ciò non vieta a ogni cantone di farsi parte attiva nella risoluzione della problematica e di mettere in atto ulteriori azioni (pur che non siano in contrasto con le leggi federali) e aiuti per cercare di far fronte a una situazione che rischia di far scomparire nello spazio di pochi anni la pastorizia tradizionale in Ticino.
  5. Chiediamo infine maggior attenzione per la tematica e una migliore informazione che possano davvero trasmettere ai cittadini la consapevolezza che lo Stato pensa anche alla loro sicurezza. Il tempo delle affermazioni inutilmente tranquillizzanti ci sembra ampiamente scaduto.

Confidando nella vostra massima attenzione, vi porgiamo inostri distinti saluti

Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori