La 77ma Camera cantonale dell’agricoltura,
riunita in assemblea il 28 maggio 2022 a Cresciano
Constatato che
- già nel 2003 le Camere federali avevano rivolto al Consiglio federale un postulato in cui si chiedeva di impostare una Strategia Lupo Svizzera in modo che l’allevamento convenzionale e tradizionale nelle regioni di montagna potesse continuare ad essere possibile senza restrizioni inaccettabili;
- per anni sia il Consiglio federale che il Consiglio di Stato hanno sottovalutato e minimizzato il problema dell’espansione del lupo limitandosi a finanziare studi e a raccomandare l’adozione di misure di protezione passive delle greggi mentre già si era consapevoli che su molti alpeggi e pascoli (primaverili e autunnali) queste sarebbero state inapplicabili e inefficaci (vedi risposte a molti atti parlamentari);
- nello stesso periodo, dalle cerchie ambientaliste giungevano (e in parte giungono ancora) plausi all’espansione capillare del grande predatore in tutta la Svizzera mentre di fronte ai danni causati dallo stesso, si ripeteva (e si ripete ancora) “Basta proteggersi”;
- nel frattempo in tutta Europa il numero dei lupi è letteralmente esploso fino a superare la cifra stimata di 20’000 esemplari e questa diffusione ha raggiunto tutti gli Stati (tranne le isole);
- pure in Svizzera a partire dal 2018 l’espansione è entrata in modalità esponenziale con un aumento del 30-40% annuo;
- il Ticino si trova a contatto con cantoni e regioni dove il numero di lupi è ancora più elevato, per cui è logico attendersi che nei prossimi anni l’afflusso di lupi verso il nostro territorio aumenterà ulteriormente;
- secondo le valutazioni internazionali, il lupo NON è una specie minacciata poiché è classificata al rango LC (= Least Concern= non minacciato) nella classifica mondiale IUCN e nella classifica europea (Direttiva Habitat EU, Allegato IV), documenti che sono la base della Convenzione di Berna;
- i danni alla pastorizia in ogni regione o Stato crescono proporzionalmente all’espansione e nonostante le misure di protezione delle greggi messe in atto e non tendono a diminuire, poiché il lupo si adatta facilmente alle misure passive;
- oltre ai danni materiali, l’espansione del lupo sta creando apprensione, incertezza e angoscia in molti allevatori, fino a portarli a smettere un’attività intrapresa con passione e che è fondamentale per assicurare dei prodotti indigeni di qualità e per garantire una cura del territorio indispensabile per la biodiversità e per la funzionalità e l’attrattività di altri settori (vedi turismo);
- la morfologia del territorio ticinese e le dimensioni delle nostre aziende rendono ancora più difficoltosa e onerosa, rispetto ad altre realtà, (e in molti casi impossibile) l’adozione di misure di protezione;
- la presenza del lupo, accanto o all’interno degli abitati, anche in Ticino si è intensificata in questi ultimi anni con numerosi avvistamenti anche diurni; tutto ciò rappresenta un segnale inequivocabile che i lupi attualmente in circolazione stanno perdendo l’atavico timore nei confronti dell’uomo e che la loro pericolosità aumenta diconseguenza;
- gli investimenti annui che lo Stato mette a disposizione per studi, analisi, misure di protezione e risarcimenti aumentano di anno in anno, ma dovranno avere un limite, se non si vuole che ciò vada a detrimento di altre specie protette e di altri settori pubblici.
Risolve quanto segue:
- Si esprime la massima solidarietà agli allevatori colpiti e a tutto il settore della pastorizia.
- Si dichiara pieno sostegno ai dirigenti dell’UCT, in particolare al Presidente e al Segretario, nonché all’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori, che in ripetute occasioni si sono espressi con estrema franchezza e determinazione, a denuncia dell’inadempienza dello Stato e a sostegno del settore anche con proposte apparentemente impopolari.
- Si dichiara di condividere la mozione di Sem Genini e cofirmatari presentata il 21 aprile 2021 dal titolo Salviamo l’allevamento ovicaprino in Ticino, la cui risposta insoddisfacente del Consiglio di Stato è ora in esame presso una commissione del Gran Consiglio.
- Si chiede al Consiglio di Stato, al Gran Consiglio e ai Deputati alle camere federali di farsi promotori presso le autorità federali affinché anche in Svizzera, come già avviene in altri stati europei, si creino le basi legali per abbattimenti preventivi così da diminuire il numero di lupi presenti in Svizzera (richiesta di modifica della Convenzione di Berna del 1979; aggiornamento della Legge sulla caccia; regolamento per tiri di inselvatichimento e di contenimento).
- Si chiede di risolvere il problema degli alpeggi e pascoli non proteggibili (il 70% degli alpeggi ticinesi) istituendo delle zone dove il lupo non può essere tollerato così da evitare il definitivo abbandono di questi alpeggi come invece si è verificato negli ultimi 10 anni (si sono abbandonati il 31% di quelli ovini e 22% di quelli caprini).
- Si chiede al Consiglio di Stato di decretare celermente l’abbattimento di lupi problematici per i danni che creano agli animali domestici o pericolosi nei confronti dell’uomo così come praticato da altri cantoni.
- Si fa un pressante appello al Consiglio di Stato affinché abbia a mettere a disposizione sufficiente personale formato, motivato e flessibile per affrontare ogni emergenza in caso di predazioni.
- Si chiede al Consiglio di Stato di mettere in atto con determinazione per la stagione alpestre 2022 le Direttive emanate dalla Confederazione a sostegno delle attività alpestri. Direttive che sono state ottenute soprattutto grazie alle iniziative e agli sforzi messi in atto dall’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori e dall’Unione Svizzera dei Contadini. Nell’ implementazione si chiede di tenere conto anche delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie (esempio: sorveglianza con droni e collari GPS per il monitoraggio delle greggi; introduzione di dissuasori).